A vent’anni dalla sua uscita al Torino Film Festival, torna in sala Rimini Lampedusa Italia, proiettato sabato 12 ottobre alla Festa del Borgo Sant’Andrea. All’interno di una celebrazione radicata nella storia locale, in una edizione dedicata al tema delle arti e delle visioni, il film di Marco Bertozzi è un tributo a una parte della città sconosciuta a molti riminesi, eppure importantissima per la vita economica e sociale della città.
Il film racconta una storia nazionale di migrazione interna, quella dei pescatori lampedusani verso Rimini, attraverso la quale emergono più ampi orizzonti di riflessione. Una storia nazionale, che riguarda le centinaia di persone che dagli anni Cinquanta in poi hanno intrapreso un va et vien tra Lampedusa e Rimini; ma anche una storia più vasta, importante per esplorare gli orizzonti migratori del mondo contemporaneo, con gli importanti processi di meticciato e ibridazione culturale in atto.
Per molti lampedusani Rimini è stato il luogo della modernità; come per gli emigranti italiani di fine Ottocento la Statua della Libertà era, simbolicamente, una Madonna, una Madonna molto laica, i lampedusani che arrivavano a Rimini vedevano nello svettante grattacielo vicino al porto, costruito proprio alla fine degli anni Cinquanta, il simbolo della loro nuova vita. Col tempo questa nuova appartenenza si è stratificata: per chi non si fermava a Palermo o in Sicilia, diventava “normale” andare a Rimini, dove si era consolidata una rete parenterale o di forti amicizie. Ora questo flusso è terminato: da qualche anno Lampedusa, oltre a essere il tragico approdo per molti migranti, è una meta turistica importante per cui i lampedusani non emigrano più e, anzi, alcune famiglie di pescatori hanno deciso di rientrare all’isola natale.
Rimini Lampedusa Italia è un film che intercetta storie di successo, matrimoni, vari di barche, con momenti religiosi, fortemente comunitari, come la Festa della Madonna di Porto Salvo, la Santa patrona dell’isola. Ma anche momenti tragici; quando, ad esempio, una petroliera speronò in Adriatico un peschereccio, colato a picco con tutto l’equipaggio, una memoria ancora fortemente presente in gran parte della comunità. Marco Bertozzi ci ricorda ancora la prima proiezione riminese di vent’anni fa, al Cinema Fulgor, “quando all’uscita dalla sala, i tanti lampedusani presenti in sala vennero applauditi dai riminesi di lunga data. Fu un momento commovente, molti cittadini non sapevano di avere come vicini tanti lampedusani, di far parte della stessa cittadinanza, dello stesso cerchio caldo comunitario … “